Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Le radici filosofiche della differenza

In una scansione filosofica, il problema centrale messo in evidenza dalla discussione attorno ai temi dell'interculturalità è quello della differenza. Il presupposto da cui partire per comprenderne appieno gli aspetti è quello di offrire un'adeguata distinzione sulle nozioni di "persona" e "individuo".

Per molte teorie filosofiche del Novecento, tra cui in particolare il personalismo, un’inadeguata chiarificazione di questi concetti rischia di invalidare la comprensione decisiva della questione, rendendo il discorso sulla differenza una discussione meramente astratta.

Bisogna pertanto stabilire in principio, che l'essere umano è sostanzialmente soggetto e sede vivente di valori i quali non possono venire considerati strumentali, neppure per un altro essere umano. Proprio in ragione di ciò, l'uomo è persona, vale a dire valore in sé e di per sé, portatore di valori, quantunque si trovi in uno stadio potenziale o di minorità.

Il concetto di "persona"

Il concetto di "persona" fa riferimento ad una realtà senza connotare tratti fisici o corporei, mentre il termine "individuo" fa riferimento a specifiche caratteristiche fisiche. Si può perciò dire che il concetto di persona è comprensivo del concetto di individuo. Scrive a tal proposito Maritain: "L'uomo è sì un animale ed un individuo, ma non come gli altri. L'uomo è un individuo che si guida da sé mediante l'intelligenza e la volontà; esiste non soltanto fisicamente, c'è in lui un esistere più ricco ed elevato, una sopraesistenza individuale nella conoscenza e nell'amore. E' così, in qualche modo, un tutto e non soltanto una parte, un universo a sé, un microcosmo in cui il grande universo può, tutt'intero, essere contenuto per mezzo della conoscenza; mediante l'amore può darsi liberamente ad altri esseri che sono per lui come altri se stesso, relazione questa di cui non è possibile trovare l'equivalente in tutto l'universo fisico" (1).

Allo stesso modo dell'adulto, il bambino è una persona, soggetto di diritti che la società deve rispettare, ma diventa effettivamente e compiutamente uomo solo attraverso un lungo processo di autotrasformazione, via via che si impossessa delle sue potenzialità ed impara ad orientarle in modo consapevole e deliberato.

In definitiva, "l'uomo, ogni uomo, è concepito come persona a prescindere dal suo stato contingente"; egli "va rispettato in misura della sua pari dignità, nella valorizzazione delle diversità che lo qualificano e lo identificano in termini di unicità irripetibile" (2).

Nel valore "persona" scompare dunque ogni distinzione tra autoctono e straniero, tra residente ed immigrato e prende sempre più consistenza il significato della personalità individuale, esplicitata nello spazio e nel tempo.

Ci rammenta Butturini come l'ascolto e il dialogo si basino "sulla consapevolezza della comune appartenenza al mistero dell'essere"; la natura stessa del "dia-logo" "deve consentire l'incontro di logoi, cioè di diversi "discorsi di valore" (3).

L'intuizione del TU

Secondo Martin Buber, la struttura dell'uomo è essenzialmente dialogale-comunionale; l'Altro, allora, non rappresenta "un limite, ma una fonte dell'Io, un termine nel quale scopriamo noi stessi e ci eleviamo verso le autentiche mete di sviluppo umano integrale" (4).

E' nella relazione interpersonale Io-Tu che i due poli si costituiscono l'un l'altro in perfetta reciprocità. Il rapporto con il Tu non è un semplice incontro con gli altri, ma è la relazione per eccellenza, anteriore alla stessa identità individuale e suo fondamento costitutivo. In questa relazione "l'arricchimento ed il dono sono reciproci e contemporanei" (5).

L'apertura verso l'altro è possibile grazie ad "una duplice sensibilità: quella dettata dalla ragione" e quella proposta dal "cuore" (6). Nella relazione i sentimenti e la razionalità non possono essere disgiunti: accanto alla conoscenza razionale c'è, nell'uomo, la conoscenza intuitiva, conoscenza per "connaturalità" direbbe Maritain, che "esercita un grandissimo ruolo nell'esistenza umana" (7) e "trova un suo campo privilegiato di applicazione proprio sul terreno dei rapporti interpersonali" (8).

Nella conoscenza del Tu, l'intuizione permette di andare oltre la ragione, anche se l'Altro rimane comunque un mistero inafferabile, inviolabile. "Inviolabile è ciò che ha cuore -scrive Lombardi Vallauri-; la presenza del cuore, però, si rivela solo al cuore" (9).