Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Scuola: esperienze e progetti

Il periodo della speranza: attività di sostegno con minori antisociali nella scuola

Le esperienze maturate all’interno della scuola con il mio gruppo di lavoro (www.cosmosociale.it) hanno permesso di identificare alcuni elementi di particolare importanza nell’intervento a favore di minori definiti come “antisociali”, che vengono presentati in questo articolo con la speranza di poter contribuire all’approfondimento di un ambito di particolare interesse per l’educazione.

I progetti educativi a cui mi riferisco hanno per protagonisti alunni considerati dall’istituzione scolastica come “indisciplinati, incontenibili, senza alcun limite, senza rispetto per sé e per gli altri. Con loro in classe – dicono gli insegnanti - è impossibile svolgere una lezione”.

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Appunti sulla funzione educativa dell'archeologia

E’ importante dunque acquistare degli occhi nuovi, cioè un modo di guardare che sia mosso dall’interesse. L’abitudine ad un certo ambiente, la vita frettolosa ci portano a guardare sempre meno la natura… Cercare come i bambini, in loro compagnia, senza timore di apparire ignoranti ma godendo con loro della scoperta comune…Più che il nostro sapere ciò che conta è il nostro atteggiamento.
M. Montessori

Ogni professione dovrebbe essere svolta innanzi tutto per il suo valore sociale, e non dovrebbe ritenere per sé più di quanto non possa dare agli altri; nel caso dell’archeologia, che si è mutata da disciplina esclusivamente umanistica in contenitore multidisciplinare, sussiste ancora l’abitudine reiterata al lavoro in solitudine ed una tendenza costante nel considerare ancillari le altre scienze, con cui si dovrebbe professare invece a stretto contatto.

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A proposito di valutazione

Quando, con la legge 517 del 1977, si cominciò a definire la stretta connessione esistente tra programmazione e valutazione, spostando il centro dell’attenzione docimologica dal processo finale al percorso in itinere, si operò nella scuola una vera e propria rivoluzione copernicana: l’ alunno non veniva più “giudicato”, ma si valutavano i suoi progressi per migliorare le strategie didattiche e calibrare ogni intervento sui suoi tempi, sui suoi ritmi e sui suoi modi di apprendimento. Si valutava, dunque, non per selezionare, ma per formare.
Il tema della valutazione, che ha subito nel corso degli anni vari approfondimenti, è ancora oggi uno dei più dibattuti e complessi.

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  • Scritto da Patrizia Marchegiani
  • Categoria: Esperienze a scuola

E se a fare il bullo ora fosse proprio Elir? La vulnerabilità negata

“È consapevole del proprio svantaggio rispetto agli altri ragazzi, e dunque si sente inadeguato ed è molto insicuro. Per questo la sua saccenza, talvolta vera e propria arroganza, verso tutti. Quando eccede nel fare ‘il saputello’ non bisogna stopparlo, ma lasciarlo fare, perché deve acquistare sicurezza. Stopparlo per metterlo davanti all’insensatezza della ‘sapienza’ che sfoggia, infatti, non farebbe altro che aumentare la sua insicurezza e il suo senso di inadeguatezza, non farebbe che rafforzare, dunque, il movente di quei comportamenti che si vorrebbero stemperare”.

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