- Categoria: Intercultura e scuola
- Scritto da Bina Madeo
Insegnare in Camerun, un mosaico di ricchezze - Seconda parte
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Il Cameroun è una terra di grande fascino e ricca di profonde contraddizioni. E’ un magnifico paese dell’Africa Centrale, tanto da essere definito “l’Africa in miniatura” perché racchiude in sé tutta l’essenza dell’antico e del vecchio continente. Il nome Cameroun lo si deve ai commercianti portoghesi, quando nel 1472 le caravelle del navigatore portoghese Fernando Po gettarono l’àncora alla foce del fiume Wouri, dove oggi sorge la città di Douala alla confluenza dell’Africa equatoriale con quella tropicale. Il fiume Wouri, infatti, era ricco di gamberetti e perciò denominato “Rio dos camaroes”.
Il mio viaggio è un'avventura (letterale), scomoda e un po' comica. E’ sempre la guida Salvador ad accompagnarmi. Suona di continuo il clacson per avvisare ed evitare di scontrarsi con qualche mototaxi o altri furgoni che potrebbero arrivare dall'altro lato. Non so dire esattamente da quale lato della strada avanzi, se a destra o a sinistra. Sarebbe più corretto dire che ondeggia tra un buco e l'altro, guidato da una specie di radar interiore. Sulla strada principale di Yaoundé ci sono bancarelle che vendono scarpe e magliette della nazionale di calcio del Cameroun. I leoni del Cameroun. Hanno tutte il numero 10 stampato e il nome del calciatore Eto’. Gli street market, i mercati di strada, caratterizzano il paesaggio urbano di Yaoundé. Di solito sono piccole case, di una stanza, con insegne coloratissime dipinte a mano, che vendono di tutto.
A Yaoundé sono ospite presso la sede de Vice Province Coeur de Jésus et de Marie – Soeurs Filles du Sacré-Coeur de Jeésus coordinata da Sr. Rosa Olinda e Sr. Marlie.
Prima notte in Africa trascorsa con grande emozione per me. Non vedevo l’ora di conoscere i miei studenti; non vedevo l’ora di iniziare la mia nuova avventura didattica: insegnare lingua e cultura italiana LS in Cameroun!
Il mattino seguente entro in aula e gli studenti sono già arrivati. Un’immensa sala adibita alle riunioni, con una libreria che occupa una parete intera, piena di libri di filosofia, di letteratura, con tante bibbie; una lavagna verde con i gessi bianchi e una spugna per cancellare; due computer funzionanti a giornata; un registratore; un enorme tavolo a forma rettangolare; quattro finestre grandi dove i raggi del sole filtrano una luce chiara intensa.
Inizio subito e mi presento: "Buon giorno a tutti, io sono Bina e sono la vostra insegnante di italiano". E in coro, seguito da un lungo e caloroso applauso, rispondono tutti:"Soyez la bienvenue! Bina". Incredibile emozione per me, da insegnante accogliente nel mio paese natale, ad insegnante accolta in un paese straniero.
Il gruppo è composto da diciassette studenti di cui quattro novizie della comunità stessa. In realtà, il laboratorio di italiano LS doveva comprendere un numero massimo di dieci componenti, ma il desiderio di apprendere l’italiano era molto forte da parte di molti della comunità, tanto da formare due gruppi suddivisi tra la mattina e il pomeriggio per un totale di sette ore di lezione al giorno per due settimane.
Invito a prendere posto intorno all’immenso tavolo, posto al centro della sala, e ringraziando per la particolare accoglienza avvio la conversazione facendo la loro conoscenza.“Comment vous appellez- vous?” E, come il ritmo del movimento dei danzatori del dipinto “La danse” dell’artista francese Henri Matisse, ogni elemento del gruppo, disponendosi in una posizione relazionata a quelli degli altri, l’uno concatenandosi al vicino e questo al successivo, pronuncia il proprio nome: Crépin, Felicité, Leslie, Irene, Andre, Alida, Arnaud, Ioelle, Jovelline, Crhistine, Paola, Faustine, Jean Calvin, Andrea, Brenda, Ornella, Marié.
L’età media del gruppo è di 17 anni. Altamente scolarizzati, quasi tutti frequentano il liceo e in molti aspirano a frequentare l’Università. Lo studio rappresenta il loro futuro progetto di vita, nonostante le enormi difficoltà economiche e le poche possibilità che offre il paese. Percorsi di vita straordinari che ho voluto fortemente far emergere durante le lezioni attraverso le loro stesse narrazioni.
L’unico partecipante ad aver superato da tempo l’età dei 18 anni è Jean Calvin, giornalista, che ha desiderato frequentare il corso di italiano LS per approfondire la sua conoscenza della cultura italiana.