- Categoria: Esperienze a scuola
- Scritto da Alessia Travaglini
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Un itinerario didattico alla scoperta delle emozioni
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L'esortazione incisa sulla porta del tempio di Apollo a Delfi “Conosci te stesso” ha ricordato nei secoli la necessità di canalizzare in modo positivo le proprie energie e potenzialità. Negli ultimi anni l'attenzione alla vita emotiva ha ricevuto nuove motivazioni dalla psicologia. Goleman (1996) ha divulgato il concetto di “intelligenza emotiva”, definita come “la capacità tipicamente umana di riconoscere i sentimenti personali e quelli degli altri, di auto motivarsi per gestirli positivamente tanto interiormente, quanto nelle relazioni esterne”. Gardner (1993), nell’ambito della sua teoria delle intelligenze multiple, ha elaborato la distinzione tra l’intelligenza interpersonale, che interviene nel comprendere il comportamento, le emozioni e le motivazioni degli altri, e quella intrapersonale, che ci aiuta invece a comprendere come siamo, cosa desideriamo e come cambiamo nel tempo.
In questo articolo si presenta un'esperienza nella scuola primaria che ha tentato di misurarsi con i seguenti interrogativi: le emozioni possono essere insegnate? In quale modo dei processi esterni all’individuo riescono a sollecitare le sue risorse e le sue competenze in questo ambito?
L'urgenza di tali interrogativi non sfugge a coloro che si occupano di formazione e di insegnamento. Vi è infatti nelle nuove generazioni una sempre maggiore resistenza alla comprensione delle dinamiche afferenti alle emozioni, e, più in generale, delle modalità con le quali si possono affrontare le difficoltà quotidiane. Ciò che spesso emerge e che viene spesso riportato con toni preoccupanti in articoli di cronaca e indagini statistiche (cfr. Cavalli e Argentin, 2010), è un’incapacità diffusa nelle giovani generazioni di instaurare delle relazioni significative con gli altri.
Tale difficoltà si manifesta in atteggiamenti quali l’isolamento, la rabbia o l’aggressività, che a loro volta esercitano una influenza notevole sul modo in cui i giovani vivono, studiano ed in generale orientano le proprie scelte, di qualunque natura esse siano. Anche lo stesso conflitto, che può assumere un significato positivo se orientato al superamento dei propri punti di vista e prospettive (che hanno pur sempre un valore contingente, relativo alla persona del quale sono espressione), viene spesso considerato come un evento da allontanare e rispetto al quale non si posseggono strumenti validi di fronteggiamento.
In ottica formativa si ripropone quindi l’esigenza di garantire, all'interno dei curricola scolastici, dei percorsi in grado di offrire agli alunni delle chiavi di lettura per orientarsi nella complessità delle relazioni, partendo proprio da una riflessione profonda sulle caratteristiche ed i bisogni fondamentali dell’uomo.