Caro diario, c’è una piccola storia, dentro una gigantesca vicenda nota a tutti, di cui vorrei parlarti. Non ve n’è ancora nessuna testimonianza. Per questo è importante che io la scriva; così che tu possa custodirla, e far sì che non venga dimenticata.
Nessuno dei tre figli avrebbe potuto dire, dopo la morte del padre, di aver ricevuto di più o di meno dell'altro. L'eredità non esisteva o meglio non erano beni concreti quelli che C. aveva lasciato. Non se ne accorsero subito ma col tempo impararono a riconoscere, negli eventi che li avvicinavano o che spesso li allontanavano, una trama nascosta, intessuta di ricordi, parole spezzate, pensieri intimi e complicità. Dicono che il figlio più caro è spesso quello più fragile e indifeso, ma dei tre figli nessuno era più forte e più sicuro degli altri, il bene quindi era assolutamente uguale e la bilancia appariva in perfetto equilibrio.
Ero nel mio giardino e stavo giocando a fare il giardiniere. Camminavo per tutto il giardino guardando i fiori e le piante ma ad un certo punto mi sentii pizzicare e mi accorsi che ero tutta coperta di formiche. Allora cominciai a gridare fortissimo, mi sentivo bruciare in tutto il corpo; ma com’era possibile che tutte quelle formiche mi fossero salite addosso? Guardandomi intorno vidi che avevo pestato un formicaio bello grosso. Allora pensai di correre dentro casa, entrai di corsa gridando e correndo da una stanza all’altra della casa sperando di seminare le formiche, però appena mi girai, vidi che un piccolo esercito di formiche mi inseguiva.
Ci sono rapporti tra nonni e nipoti davvero speciali, che tutti avremmo voluto avere. Questo racconto è per loro e, in particolare, per Andrea e suo nonno.
Il giorno in cui Alex conobbe Macchia aveva da poco compiuto dieci anni.
Vi starete chiedendo chi sia Alex e chi sia Macchia. Alex era un bambino e, come tutti i bambini, amava tantissimo giocare, soprattutto ai videogiochi. Macchia era un gatto, ma non un gatto come tutti gli altri. O meglio, le sue sembianze erano esattamente quelle di un gatto: aveva la coda, sottile e nera, il pelo corto nero, con una macchia arancione sulla schiena (da qui il suo nome), lunghi baffi bianchi che cingevano, ritti, il suo adorabile nasino rosa, e piccoli occhietti verde smeraldo. A vederlo, era proprio un bel gatto. Ma l’aspetto era tutto ciò che condivideva con il mondo felino. Macchia era nato, insieme ad altri tre fratellini, da Nerina, l’amatissima gatta di nonno Felice, il nonno materno di Alex che viveva in campagna.