Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

Il tempo di ri-educare e ri-edurcarsi

società liquidaL'estate avanza con un torrido clima, anche i castelli di sabbia si sgretolano sotto il sole che stringe in un abbraccio soffocante pensieri, speranze, progetti di cambiamento e rinnovamento. La crisi politica diventa lo specchio di una crisi globale in cui gli uomini non riescono a trovare un frontecomune per delineare equilibri temporali stabili e soprattutto affidabili. A questo si aggiunge un panorama ambientale che ormai lascia tracce indelebilisul territorio, terra riarsa incapace di accogliere e custodire i semi di nuovi raccolti, le promesse di una stagione che sembra non avere certezze e radici.

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Tra mito e realtà: l'estate di Caronte

caronteIl traghettatore delle anime dei morti ritorna a definire un'estate rovente segnata da un caldo anomalo che rende la siccità una problematica ambientale critica e rilevante. L'aridità dei bacini idrici mette in serio pericolo le coltivazioni e il razionamento dell'acqua, in alcune regioni, potrebbe diventare operativo se le condizioni climatiche rimangono tali.

L'estate, periodo agognato di ferie e vacanze, rappresenta il desiderio di lasciare alle spalle le giornate grigie e fredde dell'inverno, il prima e il dopo sembrano apparire due rive opposte, ciò che si abbandona e ciò che si vuole raggiungere a tutti i costi. La metafora di Caronte sembra ancora più fantasiosa e irreale se pensiamo allo stato di aridità che prosciuga i grandi fiumi e rende impossibile la navigazione.

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L'odore del tempo

a scuolaDavanti a me, in prima elementare, sedeva una bambina con le trecce bionde, ben pettinate e simmetricamente disposte ai lati della testa, piccoli nastri bianchi chiudevano le estremità delle trecce lasciando liberi due piccoli ciuffi. Ero attratta dalla sua compostezza e dal suo ordine ma soprattutto dall'odore che emanava la sua persona: un misto di terra e di latte, di pane e di campagna. Possedeva un piccolo bastoncino di legno con il quale diligentemente portava il segno durante la lettura, un oggetto così semplice ed accuratamente levigato mi attraeva più di ogni altra cosa. Avrei voluto averlo tra le mani e mi sembrava che possedendolo, come con una bacchetta magica, avrei potuto toccare le immagini che si aprivano sul sussidiario e che annunciavano le stagioni con voli di rondini pettorute e fiocchi di neve su paesaggi incantati.

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