Una diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento (o DSA) può lasciare inermi molte famiglie, specie se non hanno già avuto in precedenza esperienze simili con altri figli, e far moltiplicare i dubbi quanto al futuro scolastico del bambino. La buona notizia è che non solo il mondo della scuola è ormai attrezzato per venire incontro alle particolari esigenze di studenti con dislessia, discalculia e via di questo passo ma anche al di fuori non mancano soluzioni adatte ai bisogni formativi – e non solo – dello studente con DSA. Ecco, allora, qualche suggerimento a prova di genitori su cosa fare dopo una diagnosi di DSA.
Come affrontare una diagnosi di DSA? Due passi e qualche trucco
Il primo indispensabile passo è cercare alleati all’interno della scuola, tra gli insegnanti che già conoscono e seguono il bambino. Spesso sono del resto proprio maestre e professori ad accorgersi di comportamenti anomali che hanno a che vedere con la sfera dell’apprendimento e a segnalarli ai genitori perché possano provvedere adeguatamente. Anche una volta che il percorso medico con neuropsichiatra, logopedista, eccetera abbia confermato il sospetto di DSA, grazie alla loro esperienza e al fatto che ormai da anni seguono corsi di aggiornamento e fanno formazione specifica sul tema, dovrebbero rimanere un punto di riferimento per l’alunno e la famiglia. Tanto più che a loro tocca proporre in classe attività compensative e misure dispensative che assicurino all’alunno con DSA di raggiungere gli obiettivi formativi prefissati e di poter lavorare sullo sviluppo di apposite competenze e a colmare le più evidenti lacune. Più hanno esperienza nell’insegnamento, più sono dotati di empatia e di capacità di ascolto attivo e più i docenti riescono, però, in un obiettivo altrettanto fondamentale: far in modo che anche il bambino o il ragazzo che presenti disturbi specifici dell’apprendimento possa vivere una normale vita di classe e sia, cioè, perfettamente integrato nel gruppo dei compagni e possa condividere con questi quanto più momenti formativi possibile. Non sottrarsi ai colloqui docenti genitori e, anzi, chiedere di essere aggiornati periodicamente su quanto succede in classe è il modo più semplice per la famiglia per farsi aiutare dalla e aiutare la scuola nell’approccio con l’alunno con DSA. Ciò non esclude che possano essere i genitori a proporre attività ad hoc ai docenti, da svolgere nelle ore scolastiche e in compagnia della classe e in grado di stimolare il bambino o il ragazzo nell’apprendimento.
Come trovare un tutor per ragazzi con DSA per ripezioni e lezioni private
È più facile farlo soprattutto se si può contare sull’aiuto di un tutor DSA che segua il proprio figlio a casa, con i compiti, in una serie di attività di rinforzo che non hanno a che vedere solo con i programmi scolastici ma più in generale con lo sviluppo di una serie di competenze e abilità fini. L’insegnante privato di un alunno con DSA è, cioè, il perfetto intermediario tra scuola e famiglia e può proporre a maestri e professori e genitori soluzioni win win e che siano soprattutto proficue per la formazione del bambino o del ragazzo. Forse il secondo passo importante da compiere immediatamente dopo aver ricevuto una diagnosi di DSA per i propri figli è, cioè, cercare qualcuno che possa prendersene cura, almeno per quanto riguardo gli aspetti legati allo studio, nelle ore e nei momenti extra-scolastici.
Perché affidarsi a un professore privato per la dislessia e gli altri DSA
Vale tanto per quei genitori che hanno molti impegni personali o di lavoro e poco tempo e quanto per chi con più tempo a disposizione riuscirebbe pure a seguire passo passo i propri figli nei compiti: nel caso dell’alunno dislessico o con altri disturbi specifici dell’apprendimento, un insegnante privato non è un semplice insegnante di ripetizioni ma è un supporto in più per il bambino o per il ragazzo che, del resto, potrebbe aver bisogno di essere motivato innanzitutto psicologicamente a dedicarsi allo studio e farlo con impegno. Più il tutor è un tutor specializzato in DSA e più conoscerà e saprà adottare caso per caso trucchi che invogliano lo studente a mettersi sui libri o, meglio ancora, sarà in grado di inventare attività di studio poco tradizionali, divertenti e capaci di attirare l’attenzione del ragazzo e farlo restare concentrato nello studio, motivandolo e facendo in modo soprattutto che siano i buoni risultati ottenuti a spingerlo a continuare.
C’è un solo modo, del resto, da genitori e docenti di alunni con DSA per incentivare davvero i loro buoni risultati a scuola: fissare – e meglio se insieme – solo obiettivi realistici, non fare paragoni con gli altri studenti, celebrare ogni importante successo ottenuto.